lunedì 25 febbraio 2008

Il treno di frontiera

La frontiera voglio passare,
di là dai monti voglio andare,
dove i francesi per dire sì
dicono "oui!".
Quando sarò al di là dal confine
troverò bambini e bambine:
tutte le lingue parleranno,
il russo, il tedesco, il turcomanno,
diranno, "Buongiorno" - io non capirò -
e "Buonasera" risponderò.
Ma poi rideremo insieme felici
e per sempre saremo amici.

Quando ero incinta e non riuscivo a convincere M. (fututo papà) a parlare con la pancia, mi è venuta l'idea di regalargli Favole al telefono di Gianni Rodari e di instaurare un rito: una favola a sera a voce alta in direzione della pancia. E così è stato per il resto della gravidanza. Quando A. è nata e l'infermiera l'ha portata via, la piccolina strillava come un'aquila, ma pare che come abbia sentito la voce del papà si sia immediatamente tranquillizzata, tanto da suscitare un commento ammirato da parte dell'infermiera: "Ma la bimba l'ha riconosciuta!" e un conseguente gongolamento di M.
Devo ricordarmi più spesso di avere questo asso nella manica, quando la sera tiriamo a sorte per chi debba leggere le 45 storie della "buona notte", storie che peraltro non sortiscono l'effetto che ci si aspetterebbe da loro dal momento che A. continua a rimanere sveglia e saltellante...

1 commento:

sciacallo ha detto...

Anche nel mio blog c'è un post che si chiama la vie en rose. E colgo l'occasione per dire che ho conosciuto Rodari (amezzo stampa, da adulto) insieme ai miei figli, le mie opere hanno l'ambizione di ispirarsi a Lui (come genere). Appartengo all'insieme degli aspiranti scrittori. Quanto alle pance, ormai devo "ascoltare" la mia.
STABENCATOVIST